Guglielmina, la regina d’Olanda
Prosegue da Amsterdam. Il Palazzo della Borsa e la Città dei Diamanti. Alle spalle della parte terminale del Rokin, quasi a disegnare la mappa di come queste immense ricchezze stivate “vivessero” in prossimità dei loro finanziatori, attraversando un paio di canali, si trova l’Herengracht, il GOMITO D’ORO, che deve il suo nome all’immensa ricchezza degli armatori e dei mercanti che vi risiedevano.
E nell’ultimo tratto del Gomito d’oro che si estende fino al Keizersgracht l’imponente la ABN-AMRO BANK.
Banche, diamanti, merci preziose….
Il Damrak e il Rokin mostrano tutto il potere economico dato dalle immense ricchezze che transitavano, venivano scaricate, e stivate e quelle degli armatori che finanziavano avventurose flotte marittime che esploravano i quattro angoli della terra conosciuta e sconosciuta al fine di commerciare merci prerziose: questo corso è l’autentico pedigree dal sangue blù di questa città tanto ricca quanto discreta.
Tanto potente quanto serena, lastricata da guerre vinte, conquiste, capitali, il carattere dei cittadini si sente anche quando non si vede. E proprio a metà del corso, quando il bacino d’acqua ritorna ad essere scoperto, su un esile ponte s’innalza la statua equestre della regina Guglielmina, nonna dell’ attuale regina Beatrice, che con un magnifico assetto da cavallerizza esperta, sembra attraversare la strada sul suo bel cavallo dall’andatura tranquilla ed elegante, a voler rappresentare l’anima stessa dei Reali olandesi. Questa bellissima statua equestre è di Theresia van der Pant di cui però, non ho trovato alcun documento che elogi la sua raffinata eleganza nelle arti della scultura.
Il regno di Guglielmina fu caratterizzato da enorme tatto e discrezione. Le più sobrie note enciclopediche descrivono Guglielmina come una regina che aveva una personalità molto forte e determinata che pensava ed agiva con il proprio cervello. Una regina che ebbe forti tensioni con la Gran Bretagna, dopo che quest’ultima aveva annesso il Transvaal e lo Stato Libero d’Orange, durante la seconda guerra Boera. Questo perché i boeri erano i discendenti dei primi coloni olandesi giunti in Sud Africa e la regina li sentiva vicini in modo particolare.
Si legge inoltre che la regina si dimostrò anche una capace donna d’affari e i suoi investimenti la resero la donna più ricca del mondo, titolo mantenuto anche da sua figlia e da sua nipote; infatti è stata il più grande singolo azionista della Royal Duch sHell: una holding da lei stessa fondata.
Dopo un regno di 57 anni, 9 mesi e di 12 giorni, abdicò in favore di sua figlia Giuliana
Dopo il suo regno, l’influenza della monarchia cominciò a diminuire ma l’amore del paese per la Casa Reale continuò. Lei si ritirò nel palazzo di Het Loo, facendo poche apparizioni pubbliche fino alla devastante mareggiata del ‘53, quando ancora una volta iniziò a viaggiare per il paese per incoraggiare e sostenere il popolo. Durante i suoi ultimi anni scrisse la sua autobiografia intitolata” Sola, ma non da sola”.
Quando morì all’età di 82 anni venne sepolta nella cripta reale olandese della famiglia a Delft ( paese di origine della stirpe degli Orange).
Il funerale fu, per sua richiesta e contrariamente al protocollo, completamente in bianco per rimarcare il suo credo che la morte terrena è l’inizio della vita eterna…insomma: una donna che ha saputo il fatto suo per tutta la sua vita e che aveva le idee molto chiare sul rapporto che voleva mantenere con i suoi cittadini, non solo da viva.
Il suo carattere autonomo, coraggioso “alla mano “ e autorevole insieme, di una regnante che sa essere vicina ai suoi sudditi senza supponenza ma con un senso di naturale rispetto reciproco è pienamente reso dalla sensibile e a mio parere ingiustamente non nota scultrice che la ritrasse nella bella scultura equestre collocata a metà del Rokin, rendendone immortale l’atteggiamento di nobile semplicità, passeggia a cavallo, in mezzo ai suoi cittadini che girano in bicicletta, e son certa che …così gli olandesi che la amano la pensano…
Voglio farmi suggestionare da questo monumento equestre che rappresenta la regina..sola, ma non sola
ogni volta che passo vicino a questo monumento, quasi a volermi inchinare, scatto una fotografia, e misteriosamente, dopo, mi accorgo che c’è sempre un gabbiano che vola, quasi a volerla vegliare.
Fonte: http://www.flickr.com/photos/valewhale/ di Valentina Falcioni
28 Marzo 2012 alle 14:10
Leggendo le affascinanti descrizioni su questa nazione e questo popolo
sospese fra celo e mare,ansi sotto il mare,verrebbe voglia di avere il
tutto concentrato in un equivalente prodotto cartaceo corredato da
alcune di queste belle immagini.
Nicola