Valentina, il diario di viaggio ad Amsterdam – Giovedi 30 Giugno
Oggi la pioggia è venuta a prendermi fin sotto casa, ha piovuto tutto il giorno e io, nello stile olandese, esattamente come loro, non mi son fatta condizionare, e cosi la pioggia ha giocato con me tutto il giorno come il gatto col topo..
Mi ha lievemente punzecchita appena uscita di casa mentre slegavo la bici e attraversavo il mercato dei fiori e raggiungevo piazza rembrandt, fino a quando non ho raggiunto il mio amico austriaco”che vende gioielli dall’oriente al mercato dietro waterlooplein e che, essendo stato “abbandonato” ora lavora con la sua “tata” nepalese ciccioncina; pioveva quella pioggia finissima, unaspecie di vapore un po’ freddo; ma pochi minuti dopo, mentre ci gustavamo un cappuccino circondati da collane con pietre dure, bracciali coloratissimi, anelli, e oggetti un po’ di tutto il mondo asiatico, ecco che la pioggia ha tirato il suo primo colpo mandfando giù un acquazzone gelido; così, al riparo dello stand, mi sono fermata un quarto d’ora in più, poi dopo esserci salutati affettuosamente, sono comunque ripartita, volevo farami un giro lungo il rokin, e curiosare in un altro negozio di gioielli di origine asiatica, oggetti sopratutto tailandesi ma non faccio tempo a raggiungere il ponte che attraversa l’Amstel che è arrivato il secondo acquazzone…
eppure qualcosa mi diceva che sarebbe cessato presto e quindi mi sono recata al mercato de pijp per comperare dei bottoni,come se bastasse la mia fiducia a condizionare i progetti del cielo !
Sbagliavo, difatti aveva solo allentato la presa per poi riprendere forza quando son quasi arrivata a destinazioone..
E’ arrivato un altro scroscio così forte che mi son dovuta rifugiare in un mac donald, con la mantella zuppa, che fortunatamente si è asciugata presto, e cosi, stafottente come ogni olandese, ho affrontato il mercato.
Non lo avessi mai fatto,: è scoppiato il finimondo;
è venuto giù di tutto.
Acqua che cadeva a secchiate dal cielo, dalle grondaie, dai tendoni che coprivano gli stand,…un diluvio, acqua che correva lungo le stade e che schizzava ovunque fredda come grandine; e gli olandesi come se nulla fosse…
ma io invece ero preoccupata…
Comunque, messa al riparo dentro a un pub, ho atteso di asciugarmi…
Dopo un’altra mezzora ha cominciato a spiovere ed è anche trapelato un lieve sole attraverso una pioggierellina fine ma gentile, fino a diradasi e concedermi di tornare a casa.
Mi sono preparata per andare a prendere l’aperitivo con il mio amico David, al quale regalo dei disegni fatti raffiguranti il suo cane,
La piazza rembrandt era bellissimaa e abbiamo sorseggiato un calice di vino all’interno del “Jardin d’hiver” di un lussuoso bar con vista sulla piazza Rembrandt e intanto pian piano il cielo imbruniva attraversando tutte le sfumature madreperla; insomma: un tramonto rosa con nubi grigio perla bellissimo
fino al turchino.
Abbiamo parlato di tutto
David come sempre sa unire vivacità e ironia con salsa di leggerezza: mi ha fatto domande molto interessanti; è molto bello il modo in cui si interessano gli olandesi…quando parlano sembra siano davvero incuriositi da quel che dici e ti fan sentire come se quel che dici sia davvero utile
O forse devono prestare una attenzione superiore perchè il mio inglese “da strada” non è così facile da comprendere anche da loro, che un po’ sono pure i miei maestri, dato che l’ho imparato parlando quì ad Amsterdam.
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