Kslmlaan, dialogo tra architettura, partecipazione popolare ed enti pubblici

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L’intero progetto è estremamente significativo in quanto costituisce un successo dal punto di vista dell’avvicinamento e del dialogo tra architettura, partecipazione popolare ed enti pubblici. un progetto di riqualificazione che “fa scuola”, nel rispetto dei vincoli imposti dalle preesistenze, con la necessità di relazionare la composizione del nuovo intervento con gli antichi edifici e ad un parco, caro ai residenti, un nuovo quartiere prezioso, funzionale e bello….bello anche da vivere.

Hans Kollhoff , cui venne affidato il progetto di riqualificare il corpo prima appartenente alla società portuale e renderlo “abitazioni civili”, dedica una meditazione efficace alla comprensione delle condizioni che hanno caratterizzato la nascita e lo sviluppo di un opera in cui si rilevano valori emblematici di una condizione diffusa: “ …È raro, nel mondo occidentale, che un architetto abbia la possibilità di mettere in pratica le proprie idee e sperimentare la propria creatività senza incontrare alcuna resistenza. Le strutture politiche, gli enti pubblici, la committenza sono indirizzati verso la rinuncia alla ‘qualità’.L’alternativa per un architetto, che non voglia nascondersi dietro atteggiamenti da ‘pseudo-artista’ o da contestatore ad oltranza, è quella di affrontare un’analisi critica delle condizioni oggettive, accettare i ‘conflitti’ ed incorporarli nel progetto.Si devono capire tutte le contraddizioni e le arbitrarietà per poi trasformarle in un intero coerente e comprensibile.
È impossibile che un edificio si sviluppi da solo; lo sforzo creativo è assolutamente indispensabile ma la progettazione non può essere un esercizio senza controllo e senza logica: un buon risultato è quando un progetto acquista un suo carattere, una sua identità,legate alle condizioni insite nella sua stessa necessità di esistere.”

Questo pensiero aiuta a capire l’atteggiamento e le priorità che hanno guidato il progetto, le scelte e i compromessi di una progettazione che si è svolta con l’ottica di ottimizzare le condizioni imposte dal piano regolatore; all’interno di una logica compositiva che tiene conto dell’estetica e della storia locale, queste sono state impiegate come strumenti operativi dalla fase volumetrica a quella dell’intervento sugli edifici preesistenti da inglobare nel disegno finale.
Si è inoltre tenuto conto della volontà del Comune e dei futuri residenti per conservare ciò che rimane del vecchio parco sul porto
Simmetrie,asimmetrie, regolarità e rotture conferiscono grande enfasi espressiva di questa architettura che si ispira alla scuola di Amsterdam.
Domina, su tutto, il tema del movimento: il forte impatto volumetrico della fabbrica al centro dell’isola poteva rischiare di opprimere il quartiere.
Kollhoff ha sapientemente dosato i volumi che si relazionano: il parco, l’acqua, la strada, la corte, le preesistenze. Ogni facciata della ex KNSM contiene idealmente assonanze e dissonanze spaziali: tagli, aggetti, recessi, deformazioni, asimmetrie, regolarità che caratterizzano il linguaggio di una facciata e la collegano per associazioni inedite a quella successiva o precedente .
Un edificio che nasce dallo studio della città e delle sue tradizioni, arricchito da codici nuovi e da materiali naturali, come il laterizio, che riescono a dare a questa ‘megaforma’, come sostiene lo stesso Hans Kollhoff, un aspetto quasi ‘familiare’.

la memoria storica di quando c’era un cantiere navale è conservata nel museo all’aperto, situato al vecchio terminale dei passeggeri, e consente di visionare antichi vascelli e scoprire come era la vita portuale nel passato.

La ristrutturazione dell’isola,sia dalla parte del complesso di riqualificazione dell’area KNSM che dalla parte invece dei quartieri residenziali del lato chiamato Java non include solo case popolari o a basso costo ma comprese nel programma fin dall’inizio. anche abitazioni occupate da proprietari.
E sono bellissimi
la parte chiamata “Java laan” è costituita prevalentemente da palazzi costruiti come piccoli borghi con un grande giardino interno ; sembrano uguali ma ogni corte ha la sua specificità…giardini, fontane, piste per skateboard, alberi, colori delle facciate, forme delle finestre, sebbene l’impianto sia organico, non c’è nulla di troppo seriale in questo quartiere attraversato anche da piccoli canali, a dividere un cortile dall’altro … E nonostante non ci siano negozi, e i bambini oggi sono a scuola, comunque vento, gabbiani e passaggio di navi su entrambi i grandi canali che ne fanno il confine, non danno l’idea che sia un luogo emarginato in cui si vive da emarginati..tutt’altro, ci si sente come una delle tante navi ormeggiate…..
“E mi chiedi se mi piace un posto cosi’….?… Ma io ci vado subito! ” dice Samuele Jackson a John Travolta, quando gli spiega quelcosa in merito al suo soggiorno ad Amsterdam nel bel film Pulp Fiction,

Penso che è quì che vorrei trovare un piccolo appartamento con le finestre sui canali del IJ SEE, credo che sarebbe quì che mi piacerebbe dipingere e scrivere guardando fuori dai vetri, credo che sarebbe quì che mi piacerebbe gustare un caffè tiepido a metà pomeriggio….
Ad ogni modo qualunque breve o lunga escursione finisce col passaggio per il porto antico quello di fianco alla stazione, perchè e li che riconosco il suo corpo…cosce, seno braccia, lei, in quel punto da cui si diramano le strade come raggi, mi accoglie, mi scalda le mani, mi bacia le guance e mi aggiusta il fermaglio nei capelli… Dopodiché spinge un po’ la bicicletta e mi lascia inserire in uno dei tanti branchi di ciclisti che sfrecciano come portati dal vento….

Ecco lo slideshow.

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Un Commento a “Kslmlaan, dialogo tra architettura, partecipazione popolare ed enti pubblici”

  1. Nicola Scrive:

    Bello il testo e belle le immagini!!!!!!!!!!!!!!

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