Il Museum-molen Schermer. La storia

Il Museum-molen Scherme

Sullo scorcio del secolo XV nella provincia Noord-Holland iniziavano i lavori per il prosciugamento dei tanti laghi, che sempre di più costituivano una minaccia per la terra intorno di essi. Nel 1596 emergevano i polder Zijpe e Hazepolder. Nel 1615 tovvaca a Wieringerwaard ed al Beemster.
Seguivano il Purmer nel 1620 e Huigenwaard nel 1627. Lo Schermer era l’ultimo della serie. La bonifica era stata già deliberata nel 1631, ma solo nel 1634 si dava l’effettivo avvio ai lavori. Fu un’impresa veramente audace in quanto il lago Schermeer con la sua superficie di 4670 ed una profondità di 4 metri era un lago esteso e pericoloso.

Una volta presa la decisione della bonifica si potevano eseguire le diverse fasi dell’opera. Prima, gli operai addetti all’arginatura scavano il canale circolare intorno al lago. La terra sollevata in questo lavoro era usata per costruire la diga: la diga circolare. La prima serie di mulini fu costruita proprio su questa diga circolare: essi erano chiamati mulini circolari o superiori. La capacità di trasporto era di circa un metro in verticale. Al momento che questi mulini avevano abbassato il livello di acqua ad un punto che le pale appena raggiungevano la superficie, i costruttori ne mettevano una seconda fila su un posto più basso: i mulini intermediari. Questi pompavano l’acqua attraverso apposite canalette ai mulini superiori ma anche quest’ultima serie non bastava a pompare tutta l’acqua dello Schermer. Ne occorrevano una terza e una quarta serie: i mulini inferiori e infine, i mulini di polder. Con questa sequenza di quattro “scale”, ciascuno di 1 metro di altezza, si riusciva finalmente ad asportare tutta l’acqua del lago nel canale circolare. Questo sistema si chiama il “prosciugamento scalare”. Anche dopo che il fondo del lago era emerso, la presenza dei mulini rimaneva necessaria per prevenire che il lago si sarebbe riempito di nuovo.

Complessivamente 52 mulini d’acqua sono stati costruiti nello Schermer: 14 mulini di polder, dispersi nella nuova terra e due gruppi di mulini inferiori, intermediari e superiori nella vicinanza di Schermerhorn e da Driehuizen. Dopo alcune esperienze negative nel corso dei precedenti prosciugamenti degli altri laghi, l’acqua prelevata dai mulini di polder, nello Schermer, veniva pompata nei canali Noordervaart e Zuidervaart, al Nord e al Sud del polder.
Questi canali larghi e diritti servivano come collettori interni, capaci di ritenere l’acqua quando le circostanze proibivano l’asporto nel canale circolare.

Per la costruzione dei mulini fu scelto un modello che non sarebbe sprofondato nel sottosuolo morbido dei polder, con un telaio di legno coperto da canna. Tutte le parti necessarie per pompare l’acqua in alto erano montate all’interno del mulino. Anche il meccanismo per orientare al vento la cappa del mulino con le pale era installato nel soffitto. Pertanto questi mulini sono nominati “binnenkruiers” (“dentigirati”).

Dal 1635 fino al 1850 si pompava per mezzo di una ruota idraulica con un diametro di 6 metri ed una larghezza di 38 centimetri. L’altezza del trasporto misurava circa 1 metro. Dopo il 1850 la ruota idraulica fu sostituita da una coclea. Questa asportava l’acqua fino ad un’altezza di 1,5 metri ma necessitava di più vento per mettersi in moto. Con una forza eolica di 7, la coclea attuale trasporta 60-70 mc al minuto. Oggigiorno le pale di questo mulino hanno un’apertura alata di circa 25 mt. Per far funzionare il mulino anche in circostanza poco ventilate, il mugnaio copre le eliche con un telo spiegando le vele al mulino.
I mugnai dei mulini ad acqua dovevano di giorno e di notte essere pronti a pompare su chiamata. Se cambiava il vento dovevano subito girare la cappa o stendere i teli sulle pale. Perciò il mugnaio e la sua famiglia abitavano nel mulino.

Dopo tre secoli di pompaggio a vento nel 1928 fu realizzata la transazione di quello elettrico, spogliando i mulini della loro funzione. Le stazioni di pompaggio “Emma”, “Juliana” e “Whihelmina” sostituivano i mulini. Ogni stazione era gestita da un macchinista che abitava la casa a fianco della sala macchine. Ma ormai anche questi guardiani non ci sono più. Oggi giorno il Schermer viene prosciugato da due stazioni di pompaggio controllate da computer, la ”Beatrix” e la “Wilem – Alexander”.

Il Museum-molen Scherme

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