Leiden: l’avamposto romano

 Leiden: l’avamposto romano

“se piove in Polonia o in Francia, da qualunque parte d’Europa, la pioggia arriva ad Amsterdam. E’ facile!…”
Così afferma Abdullah, in arte Maradona, il calciatore acrobatico che si esibisce a Amsterdam a Leidseplein …. e certamente nessuna previsione del tempo vanta la sensibilità maggiore di quella fatta da un artista di strada; ma la regola, appena usciti dal raggio di attrazione di Amsterdam, non vale.
Difatti approfittando della giornata nuvolosa ho preso il treno e sono andata a Leiden, lasciando Amsterdam sotto una pioggerellina fine come cipria, e invece a Leiden, che è solo poco piu a sud, c’é il sole, e un’aria fresca che sembra farla danzare…

Leiden (Leyden in forma arcaica), conosciuta anche come “città della chiave” (Sleutelstad), é una città situata nella provincia dell’Olanda meridionale che si trova sul vecchio Reno tra Den Haag e Haarlem.
La città é sede dell’università più antica dei Paesi Bassi, fondata nel 1575.Ed é poi famosa per aver dato i natali al grande maestro Rembrandt, uno dei più grandi pittori olandesi (e non solo) di tutti tempi.
Ma la storia di questa città é ancora più antica..e tralaltro ci parla.
Ho letto sulle guide che Leiden fu forte militare ai tempi dell’impero romano: c’è letteratura difatti che riferisce della sua presenza già dal 47 d.c con il nome latino di Matilo
È scritto che Matilo -o Matilone (Matilone é il solito caso dei toponimi romani che terminano in -one, -uno,-un, -ane)-, una volta era una fortezza romana (castellum) posizionata sulle rive meridionali del Vecchio Reno, esattamente dove si trova l’ odierna Leiden e che era stata edificata lì con la funzione di proteggere i confini della provincia romana della Germania.

È scritto che Matilo derivi il suo nome probabilmente da uno specchio d’acqua nei pressi del quale si trovava, e aveva probabilmente già ricevuto il suo nome prima dell’insediamento romano.
E’ facile ipotizzare che il nome e il villaggio siano di origine celtica o germanica e che, a causa della mancanza di prove antecedenti i reperti romani, gli archeologi abbiano concluso che prima le persone per lo più vivevano nei pressi delle rive del fiume e che i Romani furono i primi ad insediarsi in questa particolare posizione; i reperti trovati dicono comunque con certezza che I romani arrivarono nel 47 dC, come parte di una più ampia operazione di rafforzamento del limes germanico.

È scritto che Matilo fu eretto lì, al punto d’incontro del Vecchio Reno e il canale che lo collega alla Mosa e che Domizio Corbulone aveva costruito il canale (noto come Fossa Corbulonis, o canale di Corbulone), al fine di aumentare l’efficienza della filiera di fornitura e le linee di comunicazione .
Certo i romani non han mai sbagliato un colpo: edificavano città nei punti strategici, nevralgici, funzionali: avevano un concetto di impero che si basava sull’organizzazione perfetta: e anche la scelta di dove edificare seguiva quuesta logica di massimo rendimento delle infrastrutture e dei collegamenti:
Anche in questo caso: l’acqua è protagonista che influenza le scelte e anche in questo caso l’acqua ha fortemente segnato la storia di questa città lungo tutti i secoli

Acqua: fiumi navigabili che attraversano l’europa, prossimità al mare.
L’evidenza archeologica sembra suggerire che i Romani costruirono solo la fortezza stessa da qualche parte intorno al 70 dC, al posto della piccola torre di guardia precedente a seguito della rivolta batava e che aveva giocato un ruolo importante nel ripristinare l’ordine nella provincia della Germania Inferiore.
Scavi e letteratura indicano che tra 85 e 116, venne scavato il fossato ed eretta una palizzata e tra il 130 e il 196 dC i Romani hanno ricostruito l’armeria e la parete esterna con una in pietra.
Il muro e fossati sono stati poi ricostruiti più volte.
Ovviamente , da italiana, trovare le traccie dei romani fin quassù mi spinge a moltissime considerazioni, non ultima di quanto i romani fossero capaci di esser organizzati e quanto di questa capacità organizzativa nel nord europa sia rimasta tutt’oggi.

Ecco l’album fotografico completo

 Leiden: l’avamposto romano

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 Leiden: l’avamposto romano

 Leiden: l’avamposto romano

 Leiden: l’avamposto romano

 Leiden: l’avamposto romano

 Leiden: l’avamposto romano

 Leiden: l’avamposto romano

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Un Commento a “Leiden: l’avamposto romano”

  1. valentina Scrive:

    da italiana, trovare le traccie dei romani fin quassù mi spinge a moltissime considerazioni, non ultima di quanto i romani fossero capaci di esser organizzati e quanto di questa capacità organizzativa nel nord europa sia rimasta tutt’oggi.

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