Amsterdam. STEDELIJK museum. Ci insegnano ad imparare
Che generosità nel mettere a confronto la complementarietà olandese nel xx secolo!….. quasi a far vedere come questi possano insegnarci qualcosa anche attraverso la loro educatissima assenza; ci insegnano ad imparare.
La lungimiranza olandese nella politica dell’arte riflette il loro senso degli affari: banche, fondazioni, musei investono in arte… Anche in quella dei nuovi talenti, degli esordienti.. l’ arte non puo’ che rivalutarsi..ed ecco un museo che é un tesoro..un’enciclopedia dell’arte moderna..
E tutti vengono a visitarla..non solo i turisti ma anche giovani, adulti, famiglie, disabili, scolareshe, mamme con i bambini, anche piccolissimi…
Bambini educati alla bellezza ai massimi livelli..e non quelli propri nazionali, ma quelli di tutto il resto del mondo, ciascun paese con le sue avventure pittoriche.. Questi bambini si educano ad una mente apertissima prima ancora di iniziare a viaggiare…
Per quanto alcuni economisti vadan dicendo che l’Olanda rischia il fallimento a causa degli ingenti prestiti fatti in paesi “in crisi” europei, io escludo che accadrà qualcosa di drammatico: prima di tutto perchè é ricchissima, e anche solo i musei ne sono una parte che fa capire; e poi perchè un popolo con la mente aperta come questo -oltre che grazie alla sua storia specifica- sa adattarsi, sa guardare fuori dai confini, sa prendere il meglio ……
Un esempio di splendida politica.
Ecco l’album fotografico completo.
21 Novembre 2013 alle 11:04
non pensavo all’arte della politica ma del ruolo politico che ha ogni forma di narrazione del “sentire” di un popolo… e della capacità di formare, costruire, influenzare, attrezzare….
pensa al senso storico degli impressionisti, in quel secolo che volgeva al finire e di come fosse tutto impegnato a cercare nel “colpo d’occhio” quell’emozione che non doveva descrivere nente altro se non lo spirito del tempo.. nel suo spazio..e di come quella tecnica pittorica venne presto declinata durante il futurismo, dove l’idea del movimento raccontava invece il secolo nascente pieno di speranze, che metteva tutte le sue speranze nella modernità ( e quante affinità con l’inizio di questo millennio e al modo in cui “guarda” la digitalizzazione, quasi a chiamarsi fuori e mettere nelle mani della tecnologia-di nuovo- tutto il progresso..
è solo un esempio..
ma quando parlo di oggetto e soggetto politico intendo proprio questa capacità di sintesi e progetto che è dentro qualunque processo creativo
nel caso del museo in oggetto il discorso fatto dall’organizzazione museale mi è parso particolarmente evidente: nel più classico stile storicista non manca la nota- io perlomeno l’ho così vista- proprio dell’inserimento dell’arte all’interno del progetto creativo olandese in quello più ampio dell’europa… peraltro suggerendomi il ruolo olandese all’interno dello stesso: sembrerebbe per loro ammissione che si siano messi alla finestra ad osservare..ma intanto imparavano: il risultato è che i paesi bassi hanno messo a frutto in modo originale questo processo alzando il tiro della qualità della vita secondo quel processo tutto dentro alla discussione operata dalla scuola olandese..e con una coerenza stilistica interessantissima…
la scvuola “de Stijl” si è occupata di tutto ed è diventata parte integrante e coerente del processo di crescita del novecento