La parola Elzeviro dedicato a Leida

Elzeviro dedicato a Leida

Valentina, una lettrice affezionata di BlogOlanda e autrice recentemente di diversi articoli del blog mi ha segnalato la parola Elzeviro.. giustamente mi fa notare che noi italiani usiamo questa parola senza saperne l’origine…che invece è interessantissima e soprattutto è 100% olandese…..!!! Bello e simpatico questo taglio interculturale che in futuro potrebbe riguardare l’arte il design la cucina…..le tradizioni olandesi e quelle italiane.. ma anche altri con un accento più frivolo. L’idea le è venuta considerando il taglio del blog che oltre a comprendere una sorta di luogo di appunti a sfondo turistico che informino ed incuriosiscono un viaggiatore che progetta un soggiorno nei Paesi Bassi e cerchi qualche informazione extra, comprenda anche un’alternativa. Se nell’articolo precedente Valentina ha collocato nel tempo la storia di Leida, in questo strappa dalla storia una parola che tutti conosciamo senza per molti saperne l’origine..

L’esistenza del prestigioso Ateneo a Leida, giustificò la presenza di antichissime stamperie di gran pregio.
Fra le tante presenti ve ne era una: quella degli Elsevier, – famiglia di editori-tipografi e librai-, che esercitarono la loro attività tra il 1583 e il 1712 stabilendosi all’interno dell’università stessa, e aprendovi una libreria a partire dal ‘600; e difatti grazie alle tipografie che prosperarono godendo del prestigio culturale del suo ateneo, che fu rapida la diffusione di pensieri audaci che tanto influenzarono tutta la cultura europea rendendo la città uno dei maggiori centri di creazione filosofica e di ricerca in europa.
Gli Elzevier inventarono libri di piccolo formato dal carattere snello, la cui principale originalità consisteva nella nettezza e finezza dei caratteri, incisi da Christoffel van Dyck, il quale non fece altro che riprodurre i caratteri delle più antiche tipografie italiane.
Il cosiddetto “elzeviro“( che da loro prese il nome) era il carattere di stampa usato dagli Elzevier .

Le loro edizioni sono state autentici capolavori tipografici, con le quali si specializzarono nella stampa di testi tradotti anche da lingue orientali, (arabo persiano e cinese).
Il termine ‘elzeviro’ è passato in uso nei secoli successivi per descrivere testi su manuali, originariamente stampato con tale carattere- fino ad oggi; e quì arriva alla mia attenzione un dettaglio che trovo assai intrigrante: questa famiglia rivoluzionò il concetto di carattere, scrittura e stampa allora utilizzando caratteri ‘italiani’, della tradizione italiana.
Ma l’ Italia come sempre paese cerniera delle culture e da sempre rielaboratrice fino a creare di ciascun fenomeno un nuovo ‘concetto originale’ anche di questo ‘plagio’ stilistico, seppe rendere la cortesia riappropriarsi del nome, italianizzato in ‘elzeviro’ e trasformando quella utile invenzione; e così, come in tante altre occasioni, anche di questa invenzione d’ Oltralpe – la parola derivata dalle edizioni di quella famiglia di tipografi, gli Elzevier-, è rimasta nella nosta mente come simbolo di un’opera preziosa.

L’Elzeviro, finchè è stata concepita la ‘Terza pagina’ nei quotidiani, era ‘il cammeo’, l’articolo che veniva cercato per dare un gusto croccante alla riflessione del mattino da coloro che amavano leggere i giornali un po’ per informarsi un po’ per elaborare un proprio senso della giornata.
Per il prestigio della sua collocazione nella ‘Terza pagina’, gli autori degli elzeviri erano esclusivamente scrittori affermati: non lo potevano scrivere i giornalisti; per questo, l’elzeviro rappresentò, per molte generazioni di scrittori, un punto d’arrivo: la dimostrazione del raggiungimento di un livello di eccellenza.

Scomparsa la ‘Terza pagina’, il termine Elzeviro sopravvive come titolo di rubrica in alcuni quotidiani: un dono assai prezioso come lo sono quelli che ci accompagnano senza troppa supponenza donandoci un certo gusto della vita.
E’un piccolo manufatto, frutto di laborioso lavoro di limatura; modello di insegnamento di come ‘forma e contenuto’ si incontrino in armonia. .un modello anche per un apprendista, artigiano della penna come me che stò scrivendo.

Fonte: http://www.flickr.com/photos/valewhale/ di Valentina Falcioni

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4 Commenti a “La parola Elzeviro dedicato a Leida”

  1. Nicola Scrive:

    L’Olanda accende oltre che la tua fantasia ,la tua capacita’ di ricerca.
    Brava ! ,bravissima
    Nicola

  2. valentina Scrive:

    ;-))

  3. Maria Cristina Giongo Scrive:

    Interessantissimo! Brava Valentina! Questo blog rimane il mio preferito: complimenti anche a chi ci scrive!

  4. Olandesina76 Scrive:

    Grande Vale 🙂 leggendoti e leggendo il blog imparo sempre nuove cose,accresco la mia conoscenza di questo paese che tanto amo. Kiss

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