Prostitute e disabili

Disabili e Prostitute

Non poteva fornirmi articolo migliore (che vi propongo in questo post) di cui è autrice la nostra cara amica Cristina che ha avuto la possibilità di intervistare una prostituta che offriva ad un disabile le sue prestazioni. Dopo alcune battaglie, il lavoro è stato riconosciuto a tutti gli effetti come attività sociale e quindi pagato dallo stesso comune.
La lavoratrice si dedica esclusivamente al disabile, ma non è l’unica a svolgere questo tipo servizio ..
Come dice la stessa Cristina, le prostitute sono sottoposte a controlli sanitari, inoltre ha scoperto che ci sono sempre meno giovani che usufruiscono dei loro servigi.
Se il disabile è riuscito a vincere la sua causa perchè gli è stato riconosciuto come necessità primaria la soddisfazione di tale bisogno, probabilmente eliminare dal mondo la prostituzione non sara mai possibile, così come non è stato possibile in passato sin dai tempi antichi. Non per niente si chiama il mestiere più antico del mondo !

Ma come comportarsi difronte a delle esigenze diciamo del tutto normali di un portatore di handicap, che come tutti noi ha dei sentimenti e delle emozioni, dei bisogni ?
Anche se questo può compromettere seriamente la coscienza di un religioso, visto che per raggiungere il fine, si dovrebbe rivolgere ad un operatore che possiamo definire praticante del sesso, e’ giusto offrire questo genere di aiuto anche a chi purtroppo per il suo stato non potrebbe mai provare nella vita questo tipo di sensazioni del tutto naturali ?
E a queste pressanti domande che hanno cercato di rispondere alcuni cattolici praticanti e persino delle suore che in un ospedale di Oxford hanno poi deciso di rivolgersi a delle prostitute su Internet per venire incontro ad un povero ragazzo paralizzato che aveva espresso fortemente il desiderio di provare cos’è il sesso.

Tale pratica anche se eseguita con modalità diverse, in realtà esisteva in Olanda, già dal 82/83 dove René Vercoutre, un olandese, 65 anni, che da quando aveva 15 anni è immobilizzato sulla sedia a rotelle, sposato e padre di due figli che dopo il divorzio non si rassegnò a considerare l’astinenza sessuale obbligata, ha fondato con altri quattro disabili la Sar, un’ associazione di assistenza alternativa ubicata a Zeist, un piccolo centro nei pressi di Utrecht.
I volontari – affermano alla Sar – «sono mossi principalmente dall’altruismo e dalla voglia di aiutare gli handicappati a vivere una dimensione che altrimenti sarebbe loro preclusa».
Lex Gerritson, uno dei responsabili del servizio di incontri, che lavora gratuitamente per l’associazione, riferisce: “I nostri associati non praticano la prostituzione, anzi, la rete è nata proprio per evitare che gli handicappati siano costretti a farvi ricorso”.
“Quando qualcuno ci contatta per entrare a far parte dell’associazione come fornitore di servizi sessuali – spiega ancora Gerritson – il primo passo è spiegare le difficoltà a cui va incontro, e verificare le ragioni dell’interesse. C’è una fase iniziale di valutazione e di monitoraggio molto rigorosa, che ci permette di evitare persone che non hanno le giuste motivazioni”.
L’incontro tra i volontari ed i disabili si inserisce in un contesto di fiducia e di amicizia, che permette di vivere il rapporto sessuale in un quadro più umano, il pagamento è più un simbolo che uno stimolo, tanto è vero che spesso viene devoluto all’associazione.
Quello che è davvero importante è il tempo passato tra chi presta il servizio e chi lo riceve ed il legame che si instaura: una delle volontarie (sposata e madre di due figli) si occupa da sedici anni dello stesso portatore di handicap, e tra i due si è stabilita una relazione bellissima.
L’infermiera olandese Tika dell’associazione olandese per le relazioni alternative Sar di Zeist spiega il perché ha deciso di estendere il suo lavoro di assistenza agli handicappati anche al sesso: “Loro si sentono bene e io provo belle sensazioni nell’offrire il mio aiuto a chi ne ha bisogno “. Eppure non manca qualche effetto diciamo collaterale, infatti, qualche disabile a volte si innamora. In questo caso, Tika riferisce che: “Noi lo incoraggiamo a vivere i suoi sentimenti nel proprio intimo, chiarendogli però che non possiamo ricambiarli”
Carolien, volontaria del Sar da 15 anni afferma: “L’esperienza mi ha fatto capire che il sesso è molto importante per gli handicappati e che una prostituta spesso non ha la delicatezza necessaria in queste situazioni. Dopo un contatto soddisfacente i disabili si sentono meglio, si tranquillizzano, guadagnano in autostima”
L’associazione che dichiara di essere la prima al mondo nata per risolvere questa esigenza ai disabili impossibilitati a soddisfarla è guardata ultimamente con sempre meno pregiudizi anche dai cattolici da quando Papa Giovanni Paolo II ammonì: “Particolare attenzione merita la cura delle dimensioni affettive e sessuali della persona handicappata”.
René riferisce che la Sar si serve di dodici volontarie e cinque volontari per consentire circa 2.500/3000 contatti sessuali all’anno che sono richiesti tra il 75% e il 95% da handicappati maschi e per il resto da donne. I problemi iniziali, tra cui delle richieste «sommerse» di regali costosi dopo le prestazioni sessuali, furono risolti con un sistema del «volontariato a pagamento». Un incontro dura in genere un’ora e mezzo e costa 85 euro, che vanno quasi tutti ai volontari. Questo prezzo fisso scoraggia gli abusi, l’illusione di coinvolgimenti sentimentali e le richieste troppo frequenti.
Una piccola parte copre le spese del Sar, che opera come un call center autogestito dagli handicappati. La «procedura» è semplice: si telefona e si chiede un contatto a casa o in albergo, la volontaria o il volontario valutano la situazione caso per caso. «Più della metà dei clienti hanno handicap mentali, gli altri fisici.
La Sar opera in Olanda e nelle zone di confine della Germania e del Belgio ma alcuni clienti arrivano da lontano come un medico di Roma che va da loro due volte all’anno.
Molti disabili preferiscono sempre lo stesso partner. Altri cambiano frequenza e volontari. Alcuni sono ricorsi al Sar perché volevano provare almeno una volta nella vita.
Il servizio sociale della cittadina di Amstelveen – pochi chilometri a sud di Amsterdam – ha deciso, previa autorizzazione medica di rimborsare agli handicappati una visita al mese del Sar ma non sono molti i comuni olandesi che contribuiscono alla causa, come invece fanno normalmente per delle prestazioni di un fisioterapista o di uno psicologo. Infatti proprio nella tollerante Olanda quello che fa questa associazione, tanti non lo apprezzano. Ad esempio Pol K., 36 anni, immobilizzato dalla nascita, richiede i contatti solo tramite la badante per tenerli nascosti ai genitori.

Maria Cristina Giongo

Ecco un’altra esperienza: Marien, escort dei disabili Col sesso faccio del bene

Via Corriere.it e Superpippa.com

Disabili e Prostitute

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4 Commenti a “Prostitute e disabili”

  1. Prostitute e disabili nei Paesi Bassi - Politica in Rete Forum Scrive:

    […] […]

  2. Piero Scrive:

    L’art. come al solito è di ottima qualità e da spunto a molte riflessioni…per quel che mi riguarda è giusto che anche quelle persone portatori di handicap abbiano la possibilità di avere dei rapporti diciamo intimi…e non lo vedo come una sorta di pietà e compassione verso di loro e neanche una questione economica x interesse,ma semplicemente e puramente una questione umana e se delle persone sono disposte ad offrire certe prestazioni,sono solo da encomiare,xchè non fanno nulla di male e se poi vi è anche un tornaconto economico per loro,ben venga…

  3. Francesco GuidOlanda Scrive:

    – Il comune inglese finanzierà una vacanza ad Amsterdam, in Olanda, per un giovane di 21 anni con ritardi di apprendimento. Il ragazzo potrà qui avere il suo primo rapporto sessuale.
    Gb, disabile mandato (gratis) ad Amsterdam per fare sesso
    Gb, disabile mandato (gratis) ad Amsterdam per fare sesso
    Gb/ Viaggio sessuale in Olanda per disabile, con fondi pubblici
    Assistenti sessuali per disabili: un diritto o una follia?
    Disabile inglese volerà da una lucciola ad Amsterdam. A spese del contribuente

  4. admin Scrive:

    Olanda, giovane disabile da tre anni vive legato a una parete

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