Erwin Olaf, un fotogiornalista alla ricerca della sensualità e dell’umorismo

Erwin Olaf

Nato a Hilversum, nei Paesi Bassi nel 1959, Erwin Olaf vita dei lavoratori e di Amsterdam, a partire dai primi anni 80. Il suo attuale studio è situato in una ex chiesa sala.

Combina il fotogiornalismo con la fotografia in studio, Olaf emerse nella scena artistica internazionale nel 1988 quando la sua serie “Chess” gli è stato assegnato il primo premio al concorso “Young European Photographer“. A seguito del premio ha esposto presso il Museo Ludwig di Colonia, in Germania. Da allora Olaf ha continuato a esplorare le questioni di genere: la sensualità, l’umorismo, la disperazione e la grazia in ogni lavoro.

Stampa i suoi primi lavori in stile documentario in bianco e nero, ha prima introdotto gradualmente il colore e quindi la manipolazione digitale.

Nel 1999 la sua campagna mondiale per “Diesel Jeans” ha vinto l’ambito Leone d’Argento al Festival di Cannes per la pubblicità. Ha replicato due anni dopo per lo spot della Heineken. Ancora, nel 2006 è stato insignito “Photographer of the Year” presso la International Color Awards. Nel 2007 la rivista Kunstbeeld lo ha scelto come artista europeo dell’Anno per il dialogo interculturale dei Paesi Bassi. Recentemente ha ricevuto il premio “Lucie Award” in riconoscimento dell’impegno artistico svolto sin qui.

Nei siti tematici “FotoGrafia” e “FotoGrafia Erotica” sono pubblicati due distinti articoli con 4 gallery fotografiche – due per ciascun sito – nelle quali sono raccolte le immagini più significative del suo percorso professionale.

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8 Commenti a “Erwin Olaf, un fotogiornalista alla ricerca della sensualità e dell’umorismo”

  1. cristina Scrive:

    Bè, non so che cosa ne pensate voi ma a me non piace. Odio le foto che mi angosciano e quella erotica ( nel link ) con la donna incinta ed il nano è terribile.

    E’arte, questa? Allora, se c’è un fotografo sul blog aspetto il suo commento.

    Ciao a tutti e buon fine settimana!

    Simo, stai lavorando al nostro progetto o dormi?????

  2. katie Scrive:

    bé gli olandesi di arte non è che proprio ne capiscano….hanno proprio cattivo gusto, dalla moda, alla degustazione, all’architettura, la danza…avranno altri pregi! (?) a ciascuno il suo!

  3. Alessandro Scrive:

    Questa foto e’ oscena, qui stiamo parlando di rispetto per la morte.
    C’era un blog di un italiano, giulio, che adesso ha chiuso per fortuna. Lui sicuramente avrebbe elogiato questa opera d’arte, perché per lui l’olanda e’ l meglio in ogni cosa.

  4. cristina Scrive:

    Condivido, Alessandro. A volte per “provocare” si superano tutti i limiti del lecito e del buon gusto, suscitando soltanto disgusto.

    Piero, vai a vedere la mostra di Van Gogh vedrai che splendidi quadri sapeva fare quell’omino; anche le sue lettere al fratello sono meravigliose e fanno riflettere.

  5. Piero Scrive:

    Infatti Cri…è una delle tante forse poche cose che farò …oltre al bivaccare ovviamente..
    eheheehe
    Ci vado…prometto solennemente …

  6. Francesco GuidOlanda Scrive:

    Da un aggiornamento di un amico che ringranzio

    Esposizione delle opere del celebre fotografo olandese Erwin Olaf.
    Lo stesso Erwin Olaf interverrà alla conferenza stampa che si terrà il Mercoledì 16 giugno ore 11.30.

    Per approfondimenti consultate:
    Vite private

  7. mah Scrive:

    non ho potuto fare a meno di commentare dopo aver letto i vostri commenti , sono un giovane fotografo ed artista ho studiato e studio ancora arte e per me , i suoi video e le sue foto sono molto interessanti , l’opera d’arte non bisogna mai guardarla con gli occhi umani… ed è sgradevole da parte vostra dire che qst non è arte…se non masticate d’arte o siete solo alle prime armi con l’arte non è il caso dire che qst nn è arte….se per voi arte è solo il quadretto di van gogh….prima di criticare andate a documentarvi sull’artista e cercate di capire xke si è comportato cosi , il messaggio , la sua filosofia…….

  8. Bob Cecc Scrive:

    L’arte è e non ha significato. E’accettabile dire solo se piace o non. Un consiglio: ponetevi davanti un’opera come una tabula rasa, senza pregiudizi ed influenze.Evitate di lasciar commenti banali che rientrino nell’euristica della rappresentatività. Grazie!

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