Un finesettimana ad Amsterdam

Amsterdam

Meta di giovani di mezzo mondo, allettati dalla prospettiva di visitare una città culturalmente ricca e socialmente vivace e, diciamolo, trasgressiva, Amsterdam fu l’opzione che anche io e Davide eleggemmo per la nostra “zingarata”. La prospettiva di salvare qualche euro nel portafogli diede la spallata definitiva ad ogni tentennamento: offerte di voli a morirne, basta uno dei tanti voli per Amsterdam in offerta per raggiungerla anche con meno di cinquanta euro, e alberghetto senza eccessive pretese dalle parti di Duivendrecht, a 5 chilometri ben collegati dal centro cittadino.
Il venerdì, poco dopo il far di mezzogiorno, atterrammo a Schiphol, in questa “Venezia del nord”.

Venerdì
Dietro suggerimento di forum e qualche amico, sbarcati all’aeroporto ci dirigemmo immediatamente alla stazione centrale, Amsterdam Centraal, 3 euro e 70 il costo del biglietto per 20 minuti circa, e lì abbiamo acquistato subito la I amsterdam City Card. Poco più di 60 euro per la comodità di viaggiare liberamente, per 72 ore, su tutti i bus, tram e metro della GVB, l’azienda municipale dei trasporti, ad eccezione, si badi, della linea ferroviaria da e per l’aeroporto. Inltre v’è la possibilità di ingressi gratuiti in numerosi musei, fra i quali Amsterdam Museum, Artis Royal Zoo, Van Gogh Museum e sconti del 25% anche in molti ristoranti. Raggiungemmo quindi l’alberghetto – chi mastica inglese praticamente non avrà problemi di alcun tipo nella richiesta di informazioni – doccia veloce e subito immersione nella vita della capitale.

Come ampiamente prevedibile, prima meta del nostri inizio fu piazza Dam, e come poteva essere altrimenti ? La piazza principale della città ha una veneranda età tutta rispettabile, più di ottocento anni, ed è a Nieuwe Zijde, “la “zona nuova”: siamo in pieno centro cittadino. Per secoli questo è stato punto d’incontro di mercanti ed acquirenti di ogni genere di prodotti, giacché qui era la diga (“Dam” in olandese) del fiume e quindi momento di carico e scarico. Immaginiamo cosa doveva essere, fra banchi, folla, urla, colori, merci, venditori che invitavano all’acquisto, scambi di monete. Col passare delle epoche, la piazza assunse un tono sociale – politico di ordine man mano superiore e piazza vede sul suo perimetro il Koninklijk Paleis, ovvero il Palazzo Reale, il più spettacolare risultato del barocco olandese, risalente alla metà del 1600 e definito dal poeta Constantijn Huygens “l’ottava meraviglia del mondo”, il Nationaal Monument, un obelisco alto oltre venti metri che onora i caduto del secondo conflitto mondiale, il Madame Tussauds Scenerama, il famoso museo delle cere, e la bella Nieuwe Kerk, letteralmente la “chiesa nuova”.
In questo quartiere, non distante dalla piazza, fra Muntplein e Koningsplein, è assolutamente da visitare il caratteristico Bloemenmarkt, 15 negozi di fiori galleggianti sul fiume.
Giacché non era troppo lontano, volemmo affrettarci per una visita alla Casa di Anna Frank, ma il tempo non giocò a nostro favore e ci riuscimmo per il rotto della cuffia per l’ultimo turno della fila. Dopo di noi si chiuse la possibilità di accodo. Dopo due ore ringraziamo la fortuna: la visita a questo monumento vale tutti i nove euro d’ingresso. Se ne esce profondamente mossi, turbati, all’idea di cosa accadde a questa ragazzina di soli 16 anni. Libro e museo dovrebbero essere tappa obbligatoria di ogni studente.

A sera, purtroppo, la stanchezza di viaggio e passeggiate ebbero la meglio. Pianificammo quindi una buona birra in un locale da queste parti, accompagnata da una pietanza, e quindi a tornare in albergo. Assaggiamo delle aringhe crude con cipolle e verdure e una birra locale dalla pronuncia impossibile. Mentre ci avviavamo verso l’albergo, notammo che verso le 22 torme di giovani e ragazzi avevano già cominciato ad affollare il centro in un clima trafficato e allegro, nonostante il freddo poco invitante (almeno per noi due suditalici).

Sabato
La mattina seguente la dedicammo alla cultura. Subito al Museo di Van Gogh (gratuito grazie alla Card), che in questo periodo è però ospitato all’Hermitage, Amstel 51: siamo sempre in pieno centro . Trovarsi dinanzi ai quadri del Maestro, dopo averli visti, studiati, amati e impressi attraverso foto, libri, citazioni e riproduzioni fa un certo effetto. Dopodiché al Rijksmuseum, a Stadhouderskade 42 (2.50 euro di sconto per i possessori della Card), fra le opere di Rembrandt e Vermeer (la sua “Lattaia” mette i brividi), e quindi passeggiata al Vondelpark. Stavolta non volemmo perderci Amsterdam “by night”. Sul calar del sole, la capitale mostra il suo lato più tollerante e gaudente che la rende nota al mondo. De Wallen, meglio noto come “il quartiere a luci rosse”, è sicuramente fra le mete cittadine più frequentate, e non solo di notte, da turisti di ogni lingua e età che cercano l’ebbrezza di mezz’ora d’amore a pagamento o di un paradiso artificiale cosiddetto “leggero” (che, al contrario di quanto si pensi, tecnicamente non è “legale”, bensì “tollerato” e con delle regolamentazioni precise). Non era esattamente il genere di divertimento che ricercavamo e passammo quindi volentieri per il Maloe-Melo, a Lijnbaansgracht. È un locale famoso per la sua musica dal vivo, spesso di tipo alternativo e per il suo clima festaiolo ed “informale”.

Domenica
Ultimo giorno in terra d’Olanda, ma poiché l’aereo sarebbe partito alle 19, avevamo ancora una mezza giornata. La spendemmo per un giro in barca. Numerose compagnia offrono giri in barca attraverso i canali della città, con tanto di percorsi segnalati, tutte di una o due ore, circa, e i prezzi si aggirano mediamente intorno ai dieci euro. Scegliemmo il Canal Bus, 14 fermate presso le attrazioni della città che, sebbene qualcuno avessimo già visitato, è stato gradevoli rivederle dal punto vi vista del fiume, anche perché, bontà divina, l’ultimo giorno il sole decise finalmente di visitare la città e accarezzarla coi suoi tiepidi raggi. Tornammo con la sensazione, bellissima, di aver visitato ben di più e ben oltre di una città che troppe volte è città e visitata quale faro di una malintesa e frettolosamente superficiale libertà.

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