E’ giusto considerare una vera famiglia il matrimonio tra omosessuali ?

Famiglia Omosessuale

Dopo la tolleranza per la droga, la prostituzione e l’eutanasia, ecco un’altra sperimentazione olandese: quella di riconoscere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Infatti, l’Olanda è stato il primo Paese europeo ad accettare questo tipo di unione.

Dal 1° Aprile del 2001, oggi, a distanza di 5 anni, gli 8.127 matrimoni celebrati tra coppie di gay o lesbiche sono un fenomeno che sta andando progressivamente calando per lo smaltimento degli aspiranti che da tempo aspettavano la legge e che non sembra aver portato alcuna disgregazione della famiglia !
Tanto è vero che è stato nominato proprio in Olanda, il miglior padre dell’anno, Paul de Leeuw, il noto cabarettista e cantante, gay dichiarato.

Mi domando, come sia possibile per un figlio non avere accanto una delle due figure di genitore e avere invece due mamme o due papà..

Forse oggi, il nostro modo tradizionale e normale di cencepire la famiglia è così tanto rovinato da un’effettiva mancanza di principi (tempo insufficiente da dedicare ai figli e lasciati allo sbando, non si pranza più assieme, mogli o mariti traditi, ecc) da far sembrare il loro migliore ?

O sono veramente dei gentori migliori di noi ?

Ecco alcuni commenti rilevanti prelevati dal vecchio BlogOlanda.it

In uno Stato, come quello italiano, che voglia dirsi e accreditarsi come veramente laico e in linea con l’ Europa; nel quale sia stata pienamente instaurata l’eguaglianza e attuato per intero l’art. 3 della Costituzione, laddove recita che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana… “, questi discorsi non avrebbero avuto cittadinanza, non sarebbero nemmeno sorti dubbi sulla incostituzionalità che discrimina, ancora adesso, le cittadine e i cittadini gay, lesbiche e trans. Come non avrebbe avuto cittadinanza la manifesta ingerenza di uno stato straniero (vaticano), ospite privilegiato (concordato), in terra italiana, che ha preteso e pretende di dettare i termini e gli indicatori per il voto ai cittadini italiani, con la scusa di parlare alle loro coscenze. Uno stato, ricordo, laico, veramente laico, e non teocratico, non ha compiti, ne etici, ne educativi, verso i propri cittadini. Deve assicurare, invece, a tutti i suoi cittadini, pari dignità e usufruizione di pari diritti. Uno stao laico non individua il peccato come reato. La visione laica della famiglia è figlia dello svilupparsi della società ove ne è parte, non è un valore assoluto, quindi può essere cambiata ed adeguata allo sviluppo e alla crescita culturale e sociale dello stesso contesto sociale che la crea e che ne è parte.

Famiglia è dove l’essere umano cresce possibilmente in pace e potendo svilupparsi fisicamente e mentalmente e dove, non dimentichiamolo, riceve (o dovrebbe ricevere) amore, che è la cosa più importante. Famiglia è dove ci sono modelli adulti maschili e femminili che contribuiscono ad una crescita equilibrata. Ma maschile e femminile sono due categorie della psiche che hanno qualità ben precise che appartengono all’essere umano. Non è detto che x forza di cose siano perfettamente identificabili con un maschio ed una femmina reali. Può accadere che un uomo abbia una grande componente di energia femminile e materna e può accadere anche il contrario. x questa ragione io penso che due sole donne o due soli uomini possano tirare su bene (per quanto è possibile ad esseri umani limitati quali noi siamo) un bambino.

Che razza di mentalità (come quella della maggior parte degli italiani del resto). Come si fa a dire che l’adozione a coppie omosessuali è qualcosa di “non giusto”? La trovo una cosa assurda!! Se 2 persone dello stesso sesso si amano e vogliono avere un figlio cosa c’è di male?? Un figlio che cresce in una famiglia omosessuale (composta da 2 genitori dello stesso sesso) non è condizionato per quanto riguarda l’orientamento sessuale (è stato statisticamente provato) e, finché ci sarà la gente bigotta in Italia, non arriveremo mai ad avere tutti quei diritti che nei Paesi Bassi, e non solo, sono assolutamenti NATURALI e garantiti!!!

Che tu sia orgoglioso si essere gay, sono affari tuoi, ma cerca di avere rispetto verso le opinioni che non condividi. Qui non si tratta di essere bigotti, reazionari o chissà cosa; voi gay volete adottare un figlio per il vostro piacere e non vi chiedete se il bambino ha piacere di vivere in una famiglia con due padri o con due madri. Secondo il mio parere un bambino deve crescere con attorno una figura maschile e una figura femminile, come in qualsiasi famiglia tradizionale. Se due gay vogliono un bambino, dal mio punto di visto, è solo una manifestazione di egoismo. Pensa agli eventuali traumi della psiche che potrebbe subire durante la crescita: bambini che gli ridono dietro perchè ha due padri, ecc. ecc. Quindi, in conclusione, se due gay vogliono vivere insieme, nulla in contrario, ma l’adozione no !!! E se tu un giorno dovessi avere un figlio, ti consiglierei di insegnarli a rispettare le opinioni altrui.

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14 Commenti a “E’ giusto considerare una vera famiglia il matrimonio tra omosessuali ?”

  1. Silvia Scrive:

    Buongiorno! argomento scottante per qs. calda domenica estiva, almeno qui.
    Penso nn sia mai un bene generalizzare e la questione adozioni ecc. è di certo ampia. Mi chiedo perchè si discuta tanto di adozioni a omosessuali quando neppure alle coppie di conviventi è possibile adottare (ma è un’altra storia). Come pedagogista posso dire che la questione mi fa sorgere alcuni dubbi: ho visto bambini cresciuti bene da un solo genitore causa separazione o vedovanza e il genitore di trovava, suo malgrado, a dover ricoprire entrambi i ruoli; ho visto bambini soli e “abbandonati” nel senso di non seguiti emotivamente pur avendo due genitori in famiglia (uomo e donna); nelle coppie omosessuali ci sono cmq. dei ruoli (maschile e femminile) che si completano al di là del sesso ma di parla di gender ossia di genere sessuale e non di sesso.
    In linea teorica e conservatrice anche io ho alcuni dubbi nn tanto per le coppie quanto per come la società ancora risponde all’idea di famiglie omosessuali. Io credo che l’amora vada oltre pezzo di carne che ci contraddistingue come uomo o donna. Conosco coppie gay che vedrei molto bene come genitori, molto più di alcune coppie etero. Sull’egoismo del voler avere figli è un discorso piuttosto complesso: i genitori in carriera, chi ricorre a fecondazione assistita perchè vuole ad ogni costo diventare genitore (son stati fatti studi a qs. proposito) non credo abbia una forma di “egoismo” minore di chi voglia adottare e levare un bimbo da orfanotrofio. Penso anche alla maternità in età avanzata (donne oltre i 42-45 anni che sperimentano la prima gravidanza) e trovo che anche qs. possa essere una sorta di egoismo perchè significa dare al bambino genitori anziani in età adolescenziale, stanchi e che mal sopportano le notti in bianco. Ci sono anche molte donne che sentono l’istinto di maternità in età avanzata e fanno un figlio per diventare madri (requisito sociale quasi indispensabile per sentirsi ‘normali’) pur saperndo che l’uomo con cui si accompagnano non è “la persona giusta”. Non è una forma di egoismo anche qs? Detto qs. e mi scuso per la lungaggine, credo sia meglio vedere caso per caso perchè ogni coppia è a sè, omosessuale o eterosessuale che sia. Buona giornata a tutti!
    Silvia

  2. admin Scrive:

    Grazie Siliva.. interessante il tuo punto di vista da un’esperta come te.. grazie e buona domenica

  3. Piero Scrive:

    Personalmente non sono il tipo che ha pregiudizi e tanto meno non mi definisco “uno dalla mentalità cattolica ” in circostanze come queste,ma sinceramente è giusto che un figlio/a abbia in futuro un punto di riferimento con una madre e un padre…
    Due madri…due padri…per quanto possono anche ricevere l’oscar come miglior padri o madri del mondo …sinceramente non lo trovo un bene per il piccolo/a.
    Un bambino/a per quanto sia possibile deve avere nella sua vita un punto di riferimento con due genitori,un padre e una madre.
    Possiamo stare a discutere all’infinito se uno possa o meno essere bravo o no come genitore….indubbiamete ci sono nel mondo padri…madri meno bravi di altri…alcuni bambini preferirebbero essere orfani piuttosto che avere genitori che li maltrattano o peggio ancora…ma per come la vedo io il bambino ha bisogno di un padre e di una madre nella sua vita non di due padri o di due madri.
    Se per concepire un figli osi ha bisogno di un uomo e di una donna,un motivo ci sarà..e bisogna che qualcuno se ne faccia una ragione.

  4. Silvia Scrive:

    Grazie Franz!

    Piero: l’essere padre e madre non è dato dal sesso ma dal ruolo educativo e pedagogico che si ha all’interno della famiglia.
    Il padre ha dei compiti nello sviluppo psicopedagogico del minore e la madre anche. Ma l’essere padre o madre è dato dal ruolo, da come ci si rapporta nei confronti del figlio e non ha a che fare con il sesso propriamente definito. Per questo ho parlato di “gender” sessuale.
    Credo che sia questione di prospettiva: farsene una ragione del fatto che per avere un figlio servano un uomo e una donna?
    Bisogna dirlo a chi ricorre alla fecondazione allora perchè se così fosse anche per loro la natura non ha previsto un figlio. L’uomo sopperisce con la scienza dove la natura a volte pare aver fatto un errore. Quindi chi nn può avere figli che deve fare? la provetta o la fecondazione eterologa, o l’adozione non mi sembrano “naturali” come il normale accoppiamento uomo/donna. La ragione non è dell’amore…per fortuna il cuore percorre altre vie, la scienza anche.
    Buona giornata

  5. cristina Scrive:

    Cara Silvia,
    anch’io penso come Piero che, se è possibile, è sempre meglio che un bimbo cresca in una famiglia tradizionale: per il fatto che viviamo in una società che rimane TRADIZIONALE. Fondata su leggi e valori ancora molto ancorati alla coppia eterosessuale.
    Questo non vuol dire che due omosessuali non potrebbero essere dei bravi genitori; vuol dire che il figlio adottato crescerebbe COMUNQUE discriminato in una società che ha fatto passi da gigante a livello di certe aperture. Ma non di tutte.
    E allora, per preservarlo da commenti malevoli, dispetti e sospetti, dal non capire perchè LUI ha due padri o due madri e gli altri bambini no, sarebbe meglio farlo crescere in una famiglia “regolare”. Ovviamente sana, affettuosa, che si occupi di lui con amore e gioia.
    Perchè IN PRIMO PIANO va messa la felicità del più piccolo, ( non della coppia adulta omosessuale) di quello che non sa ancora difendersi da solo e che ha il diritto di vivere un’infanzia spensierata e serena, senza troppi problemi.

  6. Silvia Scrive:

    Ciao Cris, capisco il vs. punto di vista credimi, il fatto è che non lo si vede dalla prospettiva del bambino ma dall’angolazione dell’adulto che giudica e vede le differenze. Per un minore è normale ciò che lui vive sono gli altri che vedono le differenze. Siamo in una società che non è pronta ad accogliere un certo tipo di famiglia, son d’accordo, ma se si considera il bene del minore, non so se sia meglio crescere in una famiglia o stare in orfanotrofio. Sinceramente non lo so cosa sia meglio. Se spostiamo davvero il punto di vista e lo vediamo con gli occhi del minore, le cose cambiano. Inevitabilmente. Conosco gay sposati (per copertura) che sarebbero pessimi papà ma ottime mamme. :o)
    La cosa è complessa proprio perchè si analizza il punto di vista sociale e non il bene del minore; si vede il giudizio degli adulti e di qs società ma non la prospettiva del minore.
    Auguro a tutti un buon lunedi e una settimana strepitosa

  7. Baol Scrive:

    Leggo questo post con ritardo.
    Nel ringraziare di cuore Silvia, vorrei solo puntualizzare un paio di cosette.
    Uno: alla classica obiezione che dice “La società non è pronta” io risponderei nel più semplice de modi: e come si “prepara” una società se qualcuno non va avanti, se nessuno comincia? O pensiamo che si “prepari” da sola?
    Non bisogna ignorare neppure il fatto che figli di famiglie, coppie o genitori singoli omosessuali esistono già, e sono quelli frutto di precedenti unioni di uno dei partners; non mi risulta che si siano impiccati tutti per la disperazione (con rispetto parlando).
    Due: un bambino oggi -come ieri- può essere soggetto allo scherno per un miliardo di motivi; se è grasso, se ha la pelle di un altro colore, se solo ha un carattere un pò remissivo o introverso, se non ha il vestito di moda, ecc. E allora? Impediamo alle coppie di obesi di procreare, o ai figli di immigrati di andare a scuola?
    Ma perché ci lasciamo sempre governare dalla paura, o influenzare da certe ideologie?

  8. Silvia Scrive:

    Baol, la mia frase era presa da un precedente commento. Personalmente credo che se tutti pensano che la società non è pronta per…una qualsiasi cosa allora non si cambia mai. Sono pienamente d’accordo con tutto ciò che ha scritto e spero il mio commento non sia stato frainteso perchè ribadisco che conosco molti omosessuali (uomini e donne) che sarebbero ottimi genitori. Conosco anche minori che vivono la situazione da lei descritta: figli di separati che vivono relazioni omosessuali e non presentano squilibri o disagi di sorta rispetto alla situazione. Come ho cercato di spiegare, il giudizio è negli occhi dell’adulto che fa riferimento a ciò che considera “normale” rispetto alla società o meglio alla maggioranza. Negli anni ’80 erano i figli di separati i “diversi”, poi ci son stati i figli di famiglie allargate, e poi quelli di famiglie ‘miste’…la mia famiglia è tutte qs cose! :oD

  9. Bianca Scrive:

    Devo dire che Silvia indipendentemente dal fatto di essere un’esperta argomenta molto bene e si spiega altrettanto bene!
    In ogni cambiamento della società c’è sempre chi apre una strada e strade nuove, a tutti i livelli.

    Non ho la palla di vetro ma secondo me tra qualche tempo i figli di coppie omosessuali saranno una realtà come oggi i figli di separati / divorziati e in ogni caso nella felicità di un individuo (e di un bambino) i fattori che entrano in gioco sono tanti.

    Cambiando del tutto argomento, già Baol, alla larga dalle sette, solo il nome mi inquieta.
    Anche perché sono degli abilissimi manipolatori della psiche umana, specialmente dei più deboli, soprattutto in questi tempi difficili dove la gente si attacca a false religioni perché ha bisogno di credere in qualcosa.

    Io da Scientology me ne sono sempre tenuta lontana sia In Italia che ad Amsterdam, non sono praticante ma grazie, dovendo scegliere mi tengo il mio credo!

    D’altra parte conoscerete il detto del tale: se vuoi diventare ricco fonda una religione.

    Buona giornata a tutti.

  10. Silvia Scrive:

    Grazie Bianca per il complimento! :o)
    Buona giornata

  11. Bianca Scrive:

    Grazie a te e buonissima giornata!

  12. Francesco GuidOlanda Scrive:

    L’Olanda è gay friendly anche a scuola
    L’Olanda apre ai gay anche sui libri di scuola

  13. admin Scrive:

    Da I MATRIMONI OMOSESSUALI E I PACS NEL MONDO

    Un quadro delle differenti legislazioni sui matrimoni omosessuali nel mondo, dopo che la Corte costituzionale francese ha dichiarato conforme alla Costituzione il divieto delle nozze gay, legali in dieci paesi.

    – Paesi Bassi: dopo aver creato nel 1998 una partnership aperta agli omosessuali, l’Olanda è stato il primo paese, nell’aprile 2001, ad aprire ai matrimoni civili per le coppie dello stesso sesso. Obblighi e diritti dei congiunti sono identici a quelli delle coppie eterosessuali, tra cui quello di adozione.

  14. Renato Scrive:

    Senza voler scomodare la Costituzione Italiana, sul tema della famiglia, come fosse uno scudo dietro il quale nascondersi, arroccati e omologati sulle proprie posizioni o visioni che non permettano di vedere l’evolversi della nostra società, i repentini cambiamenti dei costumi e degli usi, parlando della famiglia, la prima cellula della nostra società, è indiscutibile ammettere che la famiglia subisce e talvolta patisce anche in negativo i cambiamenti di un mondo “moderno”.
    Non si può negare che i cambiamenti ci sono, ma la causa di questi cambiamenti sono dovuti a una reale crisi dei valori, come a condizioni sociali che spingono verso certe scelte obbligate che subiscono numerose sollecitazioni che vanno dal mondo economico e materiale, lavoro – soldi, al mondo spirituale, per impegnarsi in un solido rapporto per tutta la vita. In altre parole, tanti uomini e donne preferiscono la convivenza come forma di unione, i giovani che non si sposano lo fanno per scelta oppure perché non ci sono più le condizioni socio-emotive per farlo. Se ci fossero tutte le condizioni sociali che agevolano la vita coniugale, le giovani coppie sceglierebbero ancora la convivenza oppure opterebbero per il matrimonio? Mantenere una famiglia è sicuramente un impegno, le condizioni socio-economiche non agevolano le unioni e rendono ancora più difficile avere dei figli. In pratica, al giorno d’oggi, avere una famiglia è quasi un lusso. Ma è vero che il valore del matrimonio è in crisi? Sembrerebbe innegabile, eppure mentre le coppie etero sessuali tendono verso la convivenza, una nuova forma di famiglia che vale la pena ricordare che non ha ancora trovato la sua legale legittimazione, (perché impedire di essere famiglia anche a due ex-separati se con la loro unione e il loro amore posso avere il loro riscatto sociale e morale) per ricreare quel nucleo che è anche per loro il primo seme della società in cui viviamo e dare continuità alla nostra società, soffre la bollatura di “non famiglia”. Infondo sia lo Stato che la Chiesa riconoscono la coppia, la famiglia quella composta fra un uomo e una donna, se è un riconoscimento vero, perché si deve ritenere che ci siano coppie di serie “a” e coppie di serie “b”, queste ultime bollate nella vergogna e come esempio negativo? Non sono l’uomo e la donna, nel loro amore e nella loro unione spirituale e materiale, i due pilastri su cui si fonda la famiglia? Questo ci dovrebbe far pensare che il principio del matrimonio è ancora vivo nell’animo umano. Certamente prendere una posizione chiara potrebbe essere per taluni difficile, vince magari la bigotteria o un pensiero bloccato e distante da un concetto di società ai giorni nostri, e mentre per taluni il matrimonio è in dubbio, per taluni altri il matrimonio, la famiglia, sono una missione, uno stile di vita, forse siamo in pochi, non lo so, ma sono sicuro che in tanti vogliamo a tutti i costi una famiglia. I problemi non sono un ostacolo ma una sfida, un motivo di esistenza. I litigi non sono un segno di crisi, ma un’occasione per superare le proprie debolezze, e affinarsi sempre di più al coniuge. Insomma, ogni cosa si può superare quando c’è il desiderio di amare, la volontà di continuare. A mio modesto parere, il divorzio non è una manifestazione della crisi del principio della famiglia, ma una manifestazione di crisi individuale, che va aiutata anche spiritualmente. Chi divorzia lo fa per tanti motivi, ma soprattutto per una crisi personale che ricade inevitabilmente sull’altro coniuge. La domanda che mi pongo spesso è cosa sarebbe la società senza la famiglia, esisterebbe comunque un qualsiasi tipo di società? Ma c’è un concetto di famiglia che proprio non capisco e non ritengo vera famiglia, quella composta da omosessuali. Dopo la tolleranza per la droga, la prostituzione, l’eutanasia, ecco un’altra sperimentazione del concetto di matrimonio, quella di riconoscere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Taluni ritengono che l’omosessualità non sia una malattia bensì una aberrazione del comportamento sessuale. Aberrazione intesa come una inversione della tradizionale direzione dell’interesse sessuale. La coppia omosessuale non è diversa dalla coppia eterosessuale quanto a concetto di coppia, esistono coppie stravaganti di dubbia moralità e dal comportamento riprovevole, ma ne esistono anche talune che vivono la loro omosessualità senza che ciò sia oggetto di sfogo e rabbia per una concezione umana che non può trovare nella omologazione di pensiero ne tanto meno nel libero sfogo di taluni “intellettuali” o personaggi famosi il proprio riconoscimento di essere famiglia omosessuale. Mi domando, come sia possibile per un figlio non avere accanto una delle due figure di genitore e avere invece due mamme o due papà. Forse oggi, il nostro modo tradizionale e normale di concepire la famiglia è così tanto rovinato da un’effettiva mancanza di principi (tempo insufficiente da dedicare ai figli e lasciati allo sbando, non si pranza più assieme, mogli o mariti traditi, ecc) da far sembrare il loro migliore ? In questi giorni si fa un gran parlare della storia di un noto cantante e del suo partner che hanno adottato un figlio, certamente il fatto di essere famoso e di avere tanti soldi ha avuto il suo grande aiuto, ma non devono essere certamente questi due elementi punto di forza per l’adozione di un bambino a opera di una coppia omosessuale. Forse sta anche qui, in fatti che hanno più valore di gossip e di cronaca frivola un decadimento della società.

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